Solo agli inizi del secolo scorso è stata scoperta l’esistenza dell’insulina, ormone prodotto all’interno del pancreas e necessario per il giusto funzionamento del nostro metabolismo. Senza l’insulina, il corpo non è il grado di utilizzare all’interno delle cellule lo zucchero assunto tramite i cibi.
È stata fatta molta strada con la diagnosi, il trattamento e gli strumenti per aiutare la gestione del diabete, vediamo un po’ da un punto di vista storico l’evoluzione degli studi su questo argomento.
Agli inizi, consapevoli dei sintomi ma non della causa
La prima menzione conosciuta del diabete risale al 1552 a. C. quando un medico egiziano documentò la minzione frequente come sintomo di una misteriosa malattia che causava una grave perdita di peso.
Nel 250 a. C. Apollonio di Menfi coniò il termine “diabete” che in greco significava “passare attraverso”. A quel tempo, infatti, i medici avevano osservato che alcuni pazienti tendevano a far passare più liquidi di quanto bevessero; tuttavia, non avevano ancora idea delle cause scatenanti.
Nel 1675, il dottor Thomas Willis di Londra stabilì se i suoi pazienti avevano il diabete assaggiando la loro urina. Alla parola diabete ha aggiunto la parola mellitus, che significa “dolce come il miele”.
Dall’inizio del XIX secolo si pensava che i reni, lo stomaco e il fegato fossero collegati alla causa del diabete. Poi, nel 1869, le cellule insulari del pancreas furono descritte in dettaglio attraverso una dissertazione di Paul Langerhans.
Il legame tra pancreas e diabete
Nel 1889, i medici tedeschi Joseph von Mering e Oskar Minkowski provarono a rimuovere il pancreas da un cane sano per studiare il ruolo che questo aveva nella digestione e se fosse necessario per la sopravvivenza. Dopo la rimozione, il cane iniziò ad avere poliuria, incontinenza e sete insaziabile, chiari segni di una grave forma di diabete. Poiché il cane era sano prima dell’intervento, i medici sapevano di aver causato il diabete rimuovendo il pancreas. Ciò è accaduto per caso poiché il diabete non era l’oggetto del loro studio. Tuttavia, la loro ricerca è stata molto importante perché ha mostrato l’esistenza di un legame tra pancreas e diabete.
La scoperta del primo farmaco miracoloso
Nel 1921, l’aspettativa di vita di una persona a cui era stato diagnosticato quello che allora era noto come “diabete giovanile” era inferiore a un anno. Motivato dalla perdita di un caro amico d’infanzia a causa del diabete all’età di 14 anni, Frederick Banting, un medico dell’Ontario, lasciò lo studio medico in cui lavorava per concentrarsi sulla ricerca. Lui e il suo assistente, Charles Best, iniziarono a testare la teoria di Banting sui cani. Dopo aver rimosso il pancreas, iniettarono loro una sostanza chimica estratta dalle isole pancreatiche di Langerhans (insulina). Scoprirono così che quando ai cani venivano somministrate alcune iniezioni al giorno, i loro livelli di glucosio nel sangue diminuivano, rendendoli più sani e più forti.
Aggiunsero poi un chimico al loro team, JB Collip, per iniziare a produrre più insulina ed eseguire studi più ampi.
Nel 1922, Leonard Thompson, un quattordicenne prossimo alla morte per diabete al Toronto General Hospital, divenne la prima persona a ricevere iniezioni di insulina per curare il diabete. Migliorò immediatamente e visse altri 13 anni prima di morire per una condizione non correlata.
Banting e Best hanno reso disponibile il brevetto gratuitamente in modo che milioni di persone di tutto il mondo potessero accedere all’insulina. Banting e il direttore del laboratorio J. MacLeod ricevettero il Premio Nobel per la Medicina l’anno successivo. Entrambi hanno condiviso il loro premio in denaro con altri membri della squadra che non sono stati riconosciuti, in particolare Best e Collip.
C’è ancora molto lavoro da fare nel campo del diabete, e si spera che, nel prossimo futuro, ci possano essere altre scoperte in grado di migliorare il trattamento di questa patologia.
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