La sanità italiana sta attraversando un nuovo periodo di profonda crisi, con molteplici criticità che ne minano l’efficienza e la capacità di rispondere adeguatamente ai bisogni dei cittadini. Le file interminabili al pronto soccorso, le liste d’attesa infinite per esami diagnostici e interventi chirurgici, la carenza di personale sanitario sono ormai una costante del nostro sistema sanitario nazionale. Le cause di questa situazione sono molteplici.
Innanzitutto i continui tagli alla spesa sanitaria degli ultimi 10-15 anni hanno prodotto una progressiva riduzione di posti letto, chiusura di interi reparti, blocco del turnover di medici e infermieri. La spending review ha sacrificato la sanità pubblica sull’altare del rigore di bilancio, senza preoccuparsi delle ripercussioni sull’assistenza. Oggi ne paghiamo le conseguenze.
L’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle malattie croniche ha altresì determinato una domanda crescente di prestazioni, a fronte di minori risorse disponibili. Il progressivo definanziamento della medicina territoriale ha scaricato sul sistema ospedaliero compiti che dovrebbero essere svolti sul territorio. La medicina di base fatica a svolgere un ruolo di filtro, molti studi medici sono sottodimensionati, manca un’adeguata integrazione con i servizi specialistici e sociali. Di conseguenza, il pronto soccorso diventa troppo spesso il primo punto di accesso per bisogni che potrebbero essere trattati altrove.
L’organizzazione sanitaria risente poi di logiche burocratiche e amministrative che poco hanno a che vedere con le esigenze di cura dei pazienti. Le differenze regionali nell’erogazione dei livelli essenziali di assistenza contribuiscono ad accrescere le disuguaglianze di accesso alle cure. C’è ancora tanto da fare per ammodernare la nostra sanità, potenziando l’assistenza sul territorio, investendo in prevenzione, innovando i modelli organizzativi, valorizzando il capitale umano che vi lavora quotidianamente con dedizione nonostante le difficoltà. Ma serve uno sforzo corale, che parte dalle istituzioni e coinvolge gli operatori sanitari, i cittadini, le associazioni.
Proprio a questo proposito, aderire ad associazioni come Mutua Ulisse, che opera senza fini di lucro sulla base di principi mutualistici e solidaristici, può essere una scelta lungimirante per integrare le prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale. I vantaggi sono molteplici.
Si accede ad un network di strutture sanitarie convenzionate su tutto il territorio nazionale dove effettuare visite specialistiche ed esami diagnostici senza attese infinite. Si azzerano i ticket sanitari per le prestazioni incluse nei piani sanitari. Si usufruisce di tariffe agevolate per gli interventi odontoiatrici. Si hanno rimborsi per l’acquisto di occhiali o lenti a contatto. Ma soprattutto, ci si assicura la libertà di scegliere dove e da chi farsi curare, superando i limiti della sanità pubblica. Si investe non solo nella tutela della propria salute, ma anche in un modello mutualistico solidale, basato sulla partecipazione dei soci e l’assenza di finalità speculative.
In sintesi, aderire ad una mutua integrativa rappresenta un’opportunità per migliorare concretamente l’accesso alle prestazioni sanitarie, tutelando il proprio benessere, senza rinunciare ai principi di equità e universalismo che dovrebbero ispirare il nostro sistema sanitario. Una scelta di responsabilità individuale che può contribuire al cambiamento della sanità italiana.