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È tempo di dichiarare il cancro al seno come un cancro correlato al fumo?

FUMO E RISCHIO DI CANCRO AL SENO: QUAL É LA REALE CORRELAZIONE?

Quando si prendono in considerazione gli innumerevoli danni provocati dalle sostanze cancerogene contenute nelle sigarette, immediatamente il primo pensiero corre ai polmoni e alla mortale forma tumorale che li colpisce.

C’è da dire, però, che studi nemmeno poi tanto recenti, visto che risalgono almeno a cinquant’anni fa, hanno dimostrato che c’è una strettissima correlazione non solo tra fumo e cancro ai polmoni, ma anche tra fumo e il cancro del colon retto. Detto ciò e considerando che i due citati tipi di tumore insieme a quello che colpisce il seno femminile costituiscono i tre tipi di cancro più diffusi a livello globale, è scontato chiedersi se anche quello al seno sia, come nei precedenti due casi, un tipo di tumore che contempla tra le sue cause scatenanti anche il fumo di sigarette.

Proprio per verificare tale correlazione, nell’ultimo trentennio si sono moltiplicati gli studi che hanno avuto come oggetto specifico quello di dimostrare lo stretto legame esistente tra fumo e rischio di cancro al seno prendendo in esame donne che differivano tra loro per etnia, età, stili di vita, numero di gravidanze, consumo di alcol e, ovviamente, numero di anni in cui hanno fumato, numero di sigarette fumate al giorno e anni trascorsi da quando hanno smesso di fumare.

A tal proposito e tenendo conto dei fattori di rischio appena citati, uno degli studi più interessanti condotti finora è sicuramente quello del 1993 chiamato Multiethnic Cohort portato avanti dal Centro per gli Studi sul Cancro dell’Università delle Hawaii e che ha preso in esame 70.000 donne in post-menopausa. Lo studio ha messo in evidenza che, rispetto al totale delle donne tenute sotto osservazione, a ben 4.230 di loro è stato diagnosticato un cancro al seno nei successivi diciassette anni e, più nello specifico, sono state fatte alcune scoperte molto importanti:

  • Se una donna è fumatrice già prima di dare alla luce il suo primo figlio aumenta notevolmente le sue probabilità di ammalarsi di cancro al seno in futuro, rischio ancora maggiore se il consumo di sigarette supera i cinque anni precedenti alla prima gravidanza.
  • Tale rischio è maggiore tra le etnie degli afroamericani, dei nativi hawaiani, dei giapponesi americani e dei bianchi americani.
  • Le donne latine hanno una minore probabilità di ammalarsi di cancro al seno, probabilmente perché pochissime di loro iniziano a fumare prima della nascita del loro primo figlio.

Non solo, perché anche un più recente studio norvegese condotto su 30.000 donne ha messo in evidenza lo stretto legame tra cancro al seno e la sempre più frequente abitudine a cominciare a fumare in età adolescenziale. Anche se la maggior parte delle donne prese in esame ha dichiarato che intende smettere di fumare appena rimarranno incinte, è fondamentale ricordare e sottolineare il fatto che è ormai accertata una strettissima correlazione tra il rischio di cancro al seno e il numero di anni in cui è stato fatto uso di sigarette antecedenti alla prima gravidanza.

Quella che ancora oggi molti ignorano – e cioè la plausibilità biologica quando si parla di correlazione tra fumo e cancro al seno – è un’evidenza scientifica suggerita già più di quarant’anni fa da alcuni scienziati che avevano identificato la presenza di nicotina, uno dei principali e più dannosi ingredienti del tabacco contenuto nelle sigarette, nel tessuto mammario e nel latte materno.

Le donne fumatrici aumentano la loro probabilità di sviluppare un tumore al seno soprattutto durante la menopausa ed è interessante notare che tale probabilità rimane costante anche in caso di fumo passivo

 

QUANTO IL FUMO INFLUISCE NEGATIVAMENTE SULLE CURE DEL CANCRO AL SENO?

Com’è facile intuire il fumo, soprattutto se ancora presente nella quotidianità di una paziente malata di tumore al seno, può ostacolare fortemente gli effetti benefici delle cure a cui essa si sottopone. Diversi studi hanno dimostrato che il tabacco è in grado di inibire il potere degli agenti chemioterapici che dovrebbero andare a colpire le cellule tumorali e che riesce ad aumentare il disagio provocato dagli effetti collaterali della chemioterapia. Il fumo influisce negativamente anche nel caso di terapie basate sull’uso delle radiazioni perché il monossido di carbonio che immette nell’organismo impedisce ai tessuti di ossigenarsi e, quindi, rende vane queste terapie.

 

QUANTO CONTA LA PREVENZIONE E LA SCELTA DI STRUTTURE ADEGUATE ALLA PROPRIA PATOLOGIA

Nonostante i passi da gigante compiuti negli ultimi anni nell’ambito della prevenzione del tumore al seno, è fondamentale non abbassare la guardia e approfittare dei periodici programmi di screening attivi su tutto il territorio nazionale che consentono l’individuazione precoce del tumore al seno e, conseguentemente, la sua cura immediata. Infatti, al giorno d’oggi, a fronte di un lieve aumento dei casi, intraprendere il giusto e tempestivo percorso diagnostico personalizzato equivale ad una percentuale di sopravvivenza che supera il 90%. Detto ciò, diventa evidente e ancora più importante la necessità di dedicare del tempo alla prevenzione del tumore al seno attraverso, ad esempio, l’autopalpazione, una visita senologica o uno screening mammografico, tutti esami fondamentali per la salvaguardia della propria vita.

Anche durante questo periodo particolarmente complicato dal punto di vista sanitario che potrebbe indurre molte pazienti a rimandare visite di controllo e accertamenti vari a causa del timore ingiustificato di non essere adeguatamente seguite, è fondamentale non perdere di vista l’importanza della prevenzione per non rischiare di entrare in una fase troppo avanzata della malattia che diventerebbe, in tal caso, difficile da gestire.

Un aiuto in tal senso viene offerto da Mutua Ulisse, una società di Mutuo Soccorso che è in grado di garantire ai suoi soci prestazioni medico-sanitarie specialistiche in tempi rapidi e nelle strutture sanitarie più indicate per il proprio tipo di patologia. Convenzionata con più di 11.000 strutture in tutta Italia e grazie al suo personale qualificato, competente e disponibile, Mutua Ulisse offre un valido sostegno sia nel dispiego delle più comuni pratiche burocratiche, ma soprattutto nell’assistenza sanitaria più adatta alle esigenze dei suoi soci.